Il piccolo uomo sarà in panchina contro tutto e tutti. E magari chiederà ancora il permesso di schierare o far entrare un giocatore. Rimanere al proprio posto quando gli altri palesemente non ti vogliono più non è orgoglio, è mancanza di dignità.
Jorge Sampaoli non è stato capace di dare un gioco credibile ad un’Argentina che avrà pure qualche elemento al crepuscolo della carriera, ma è pur sempre una squadra che ha attaccanti dal talento smisurato, giocatori ai quali basta dare la palla “perché poi ci pensano loro”. E in un Mondiale, disputato al termine di una stagione lunga e massacrante, fare gol è moltissimo.
Ammutinato dalla squadra, disposta a farsi allenare da Jorge Burruchaga (reduce da due prestigiose avventure con Atletico Rafaela e Sarmiento), il “tatuato” ha scelto di rimanere alla guida della “Selection” nata da troppi compromessi sui convocati. Così contro la Nigeria è dapprima stato ignorato dal gruppo e poi si è definitivamente “guadagnato” la stima di tutti chiedendo a Messi a 10’ dalla fine se, sull’1-1 e con l’obbligo di vincere, poteva inserire Aguero al posto di tale Tagliafico, un terzino. A occhio e croce una mossa… rivoluzionaria!
Ora c’è la Francia, che gioca maluccio, ma ha una fisicità devastante rispetto alla compassata Argentina che a centrocampo non ha elementi in grado di cambiare passo. Didier Deschamps, come nell’Europeo giocato in casa, non riesce a far deflagrare l’intero potenziale di una squadra alla quale non manca nulla: perché oltre alla fisicità ci sono fantasia, tecnica e capacità di sacrificio. Ma la scintilla potrebbe scoccare da un momento all’altro. E, questo, il piccolo uomo lo sa benissimo!