Alla fine ha segnato Marione! L’ha decisa Mandzukic, l’uomo al quale Allegri non vorrebbe mai rinunciare. Juventus-Inter, terminata 1-0, è stata una bella partita, perché per un tempo c’è stato equilibrio o, forse, la squadra di Spalletti ha giocato meglio, creando un paio di occasioni di quelle che anderebbero concretizzate.
La Juve per un po’ ha sofferto perché Cancelo a destra andava a sbattere contro Perisic e non poteva garantire la spinta di sempre. Così Allegri ha spostato il portoghese a sinistra, dove difronte aveva Politano che non avendo le doti atletiche del croato non ha potuto arginare il portoghese. Nella ripresa la Juventus è piaciuta di più (ha pressato più alto rendendo difficile l’avvio della manovra avversaria) e ha segnato su una punizione battuta celermente con l’Inter che si era assopita lasciando libera la fascia sinistra.
Vincere 14 partite e pareggiarne su 15 è un record clamoroso, difficilmente battibile, ma per descrivere la Juve sono già stati spesi tutti gli aggettivi possibili e immaginabili. Allora proviamo a guardare il bicchiere mezzo pieno di chi è uscito dall’“Allianz Stadium” sconfitto, ma non battuto.
L’Inter per più di 45’ ha messo in difficoltà la Juventus, cosa che era riuscita solo al Napoli. E questo, nel lavoro di Spalletti, è importante, perché è la dimostrazione che la squadra c’è, necessita solo di qualche aggiustamento, che in estate sarà effettuato.
La Juventus, invece, si scopre ogni giorno più forte: Mandzukic è fondamentale quanto Cristiano Ronaldo. Il croato, che in passato si era sacrificato anche in fase di copertura, è tornato a essere un attaccante che in area di rigore fa sentire tutto il suo peso e la sua cattiveria agonistica. Latita invece Dybala, che sembra soffrire la presenza di Cristiano Ronaldo.