Un po’ portiere. Un po’ Steve Jobs. Gigi Buffon, in conferenza stampa, alla nazione si rivolge con queste parole: “Serve un po’ di sana follia…”. E ha ragione, perché viste le prime tre giornate dell’Europeo (neppure la Germania ha entusiasmato) nel mazzo possiamo starci anche noi. A patto di crederci, proprio con un po’ di sana follia.
L’Italia che scenderà in campo contro il Belgio, sembra non essere un mistero per nessuno: Buffon in porta; difesa a tre con Barzagli, Bonucci e Chiellini; De Rossi regista; Parolo e Giaccherini interni; Candreva e Darmian esterni del 3-5-2; Pellè ed Eder in attacco. Abbandonata l’idea di schierare El Shaarawy sulla sinistra, Conte ha giustamente optato per una coppia di esterni equilibrata: uno offensivo (Candreva), l’altro più difensivo (Darmian).
Ma questo non sta a significare, che in caso di necessità, con un’unica sostituzione (fuori uno tra Parolo e Giaccherini, dentro un esterno d’attacco) si possa passare al 4-2-4 o al 3-4-3. In settimana si è lavorato moltissimo sui sistemi di gioco e i frutti, secondo il cittì, si dovrebbero vedere subito.
Non è facile fare previsioni sull’esito della partita (il Belgio ha più qualità), ma Conte ha caricato l’ambiente e ha rotto con il passato, con la spedizione di due anni fa in Brasile. Ai tempi si scelse un resort, con libero accesso a mogli e fidanzate (Balotelli un giorno inscenò una “specie” di matrimonio con Fanny Neguesha), ora si vive in una “fortezza” nella quale l’unica certezza è la disciplina, l’asservimento alla causa. Proprio come ai tempi della Juve. Anzi, la prima Juve di Conte non era la squadra più forte, ma vinse lo scudetto. E lo fece con un pizzico di lucida follia.