L’Europeo inizia dopo 36 partite, che sono servite a eliminare 8 delle 24 squadre volute da Michel Platini. Ammetto l’errore: mi sono fatto ingannare dall’equilibrio di Francia-Romania, un equilibrio che mi ha portato a pensare che il “Vecchio Continente” potesse esprimere 24 squadre in una fase finale, senza che qualità ne risentisse molto. Invece non è andata così.
Molte partite sono state noiose, altre “ingessate”; di partite scoppiettanti se sono viste poche, la qualità della Champions (ovviamente dagli ottavi in poi) è lontana dall’essere solo sfiorata. Ora, però, con la fase a eliminazione diretta, c’è la speranza che le varie nazionali giochino un calcio migliore, più propositivo, che lo 0-0 non sia un ponte verso i rigori, spesso in grado di sovvertire i pronostici.
La Francia deve ancora iniziare a giocare (contro la Svizzera si è intravisto qualcosa), l’Inghilterra è alla ricerca della formazione migliore e le stelle della Germania devono decidere di replicare quanto mostrato in Brasile, ma con centravanti (Mario Gomez) tutto potrebbe essere più facile. Attendevamo la Spagna e abbiamo visto la Croazia (piuttosto fragile in difesa), volevamo il Belgio, ma l’Italia (quella che ci auguriamo di vedere da qui alla fine) ha fatto capire che si va in battaglia senza paura.
Cristiano Ronaldo ha acceso il suo talento nell’ultima partita, Ibrahimovic neppure in quella. Ma lo svedese è noto per non eccellere nelle partite decisive.