Il bello: Antoine Griezmann ed Eden Hazard; il brutto: Paul Pogba. Tutto facile per Germania e Belgio (vista l’Ungheria, quel gol di Eder contro la Svezia era proprio così necessario?), un po’ più complicata la qualificazione della Francia, che prima di battere l’Eire è passata attraverso i fischi di un pubblico inviperito per lo 0-1 con il quale si era chiuso il primo tempo.
Griezmann ha giocato una partita fantastica nella quale ha dimostrato di essere un attaccante capace di tutto: estro, dribbling, velocità, tiro… Non ha il fisico del decatleta, il motivo per il quale il calcio francese inizialmente lo ripudiò e il giovane Antoine, per emergere, fu costretto a emigrare a San Sebastiano, in Spagna. È lui, con Payet, non Pogba, il volto della Francia vincente. A proposito di Pogba, senza la Juve sembra perso, senza i continui consigli di Allegri non riesce a giocare come sa… Un motivo in più per non lasciare Torino al termine dell’Europeo.
Hazard ha giocato un’altra partita straordinaria: Bale e Morata hanno segnato 3 gol, ma il belga ha sempre incantato, meglio in nazionale che nel Chelsea. Antonio Conte può solo gioire guardando il trequartista, al quale ovviamente sarà negata ogni via di fuga da Londra (qualche settimana fa sembra nella lista dei partenti).
Proprio Antonio Conte, nell’ultima conferenza stampa ha detto: “Andiamo oltre la ragione…”, il cittì ha quindi ammesso una probabile superiorità tecnica dei nostri avversari, ma poi ha aggiunto: “L’Italia può fare l’impresa, stiano attenti anche loro…”. Inutile aggiungere che di sette ottavi di finale (quasi) inutili, l’unico che possa realmente offrire emozioni e catturare l’interesse pure degli spettatori neutrali è il nostro. Da una parte la Spagna, che per bocca di Thiago Alcantare dice che è “Difficile fare gol all’Italia”, dall’altra Conte che si appella al cuore. Sarà 3-5-2? C’è chi ha provato a ipotizzare un 3-4-3, ma è probabile che vinca la prima soluzione: più collaudata, più affidabile, più concreta a centrocampo, dove la Spagna fa girare la palla e la testa degli avversari.
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