Il preparatore: Nicandro Vizoco
È sicuramente difficile parlare di “settimana tipo” in una società top level come la Roma, tra i numerosi impegni infrasettimanali di Serie A, Champions League e Coppa Italia. Ma ora che le competizioni danno un attimo di respiro, abbiamo cercato di capire come può essere organizzata la scansione classica e in che modo viene strutturata quella in forma “ridotta”. Il tutto con il preparatore della Roma, uomo storico di Di Francesco, Nicandro Vizoco.
Quali sono gli obiettivi di una settimana senza partite ufficiali al suo interno?
«Se si gioca la domenica, il lunedì generalmente viene lasciato libero. Mister Di Francesco vuol far prevalere l’aspetto psicologico e far sì che vi sia uno “stacco” completo per un giorno. Ci si ritrova il martedì: la finalità è metabolica, sviluppata, dopo una prima parte “a secco” per tutti, con la squadra divisa in base allo stato di forma di ogni giocatore. Prendiamo in analisi, infatti, il training load delle ultime settimane, i dati forniti dal GPS e quanti minuti un giocatore è stato impiegato in gare ufficiali. In base a questi parametri, viene modulato il training. Se vi sono le condizioni, chi ha giocato svolge parte dell’allenamento tecnico-tattico con il resto della squadra. Coloro che non sono scesi in campo, al contrario, oltre al “metabolico” e al “tecnico-tattico”, lavorano con il mister con giochi di posizione e di situazione, il tutto alla massima intensità.»
Mister Di Francesco utilizza molto la palla. In che modo “tarate” le esercitazioni?
«Con il tempo abbiamo standardizzato gli esercizi e abbiamo “costruito” dei range di lavoro che, in base all’attività proposta, i giocatori devono rispettare. Il nostro obiettivo è rendere ogni singola esercitazione condizionante, questo perché non possiamo permetterci di “sprecare” del tempo o rischiare di sbagliare obiettivo. Attraverso il GPS verifichiamo la distanza totale, quella equivalente, i metri percorsi sopra i 20 km/h e la potenza metabolica sopra i 25 W/kg.»
Nei giorni successivi?
«Il mercoledì c’è una doppia seduta nella quale al mattino lavoriamo in palestra per la forza, e, per evitare tempi morti, la squadra viene divisa in due gruppi: difensori, centrocampisti – attaccanti. La divisione avviene per trovare la maggior qualità possibile all’allenamento. Dopo la parte in palestra, sul campo si completa il tutto con un numero di cambi di direzione variabile a seconda del periodo e, infine, si svolge l’ultima fase con il mister. I ragazzi lavorano con macchine isoinerziali e svolgendo esercizi funzionali: cerchiamo di avvicinare ogni proposta a quelle che sono le richieste della gara. Nel pomeriggio, invece, il mister agisce con esercitazioni con la palla ad alta intensità, il tutto per una durata massima di 60-70’.»
Giovedì e venerdì?
«Il giorno dopo la forza il mister lavora principalmente su aspetti tecnico-tattici in cui la richiesta d’intensità è comunque alta, ma senza volumi eccessivi. Il venerdì, da un punto di vista fisico, non vi sono grandi richieste: è considerato un giorno di “scarico”. Dopo un’attivazione con circuiti di agility e rapidità, si eseguono dei lavori di tattica in forma didattica, con accelerazioni che durano al massimo 6-7’’.»
Il giorno prima della gara come viene gestito?
«Dobbiamo “riaccendere” i giocatori a livello neuromuscolare. Nell’attivazione interveniamo sulla rapidità di risposta muscolare attraverso giochi psicocinetici, di reazione e così via. Poi, proponiamo partitine con tempo di gioco estremamente ridotti – anche di soli 3’ – ma a intensità massimale.»
Arriviamo al giorno del match…
«Se il calendario ci impone di giocare alle 18.00 o alle 20.45, al mattino prepariamo un risveglio muscolare; poi si scende in campo per rivedere alcuni punti salienti della partita da disputare. Se invece scendiamo in campo alle 15.00 il risveglio muscolare è facoltativo. Per volontà del mister gestisco tutto il riscaldamento, sia la parte fisica sia quella con la palla, in cui l’obiettivo non è di certo quello tecnico-tattico, ma il focus è orientato sull’attivazione muscolare.»
La realtà, però, è che, giocando quasi ogni tre giorni, per gran parte del girone d’andata avete operato in maniera differente.
«Nel caso di impegni ufficiali infrasettimanali, il primo obiettivo è sicuramente il recupero delle energie fisiche e mentali. Quindi, per fare un esempio, se giochiamo in Champions il mercoledì, generalmente la partita di campionato sarà il sabato, così da potersi allenare la domenica. In questo giorno si adottano tutte le strategie di recupero del caso per i giocatori che sono stati impiegati per più minuti, mentre gli altri lavorano con dei mini-circuiti di forza in palestra e una parte di campo con delle esercitazioni con la palla. Dopo ogni gara , sia in casa sia in trasferta, coloro che non hanno giocato – o hanno fatto meno di mezz’ora – svolgono almeno due o tre blocchi di lavoro metabolico.»
Proseguendo con la settimana…
«Il lunedì diventa il “venerdì” di una settimana normale, in cui l’obiettivo è sicuramente quello tattico in previsione della gara imminente. Se vi sono, però, dei giocatori che risultano “sovraccaricati” sia per quanto riguarda il minutaggio di partita sia per i carichi degli allenamenti, si cerca di limitare al massimo il loro impegno. Ovviamente, il martedì diventa la rifinitura, che – se possibile – tendiamo quasi sempre a farla a Roma, il giorno prima della gara. Dopo il match, riposo per tutti, sia per chi ha giocato sia per chi no. Questi ultimi, in ogni caso, lavorano sempre dopo la partita.»
Che tipo di test avete fatto con la squadra?
«Ad inizio anno ci siamo avvalsi della consulenza del Centro Ricerche della Mapei, perché riteniamo che sia un’eccellenza nella ricerca e nello sviluppo di metodologie di lavoro applicato allo sport. La “batteria” è composta da una serie di test metabolici da campo: Mognoni, HIT con emogasanalizzatore e prelievi di lattato e da una serie di test di forza con la pedana Kistler, sia in bipodalico sia in monopodalico. Infine, c’è un test di funzionalità neuromuscolare durante i cambi di direzione. I test li ripetiamo 5-6 volte all’anno.»
In che modo gestite la prevenzione agli infortuni?
«Ogni giocatore ha eseguito i test FMS e viene stilato dallo staff dei preparatori un protocollo personalizzato da svolgere prima delle sedute.»
Come è composto lo staff dei preparatori della Roma?
«Oltre a me che sono legato a Eusebio, c’è una struttura di preparatori che si occupano dello studio della performance, dei lavori di forza in palestra e del recupero degli infortunati, presieduta da Darcy Norman con il suo collaboratore Ed Lippie.»
Autori: Luca Bignami e Andrea Bernasconi.
Foto: Italiphotopress.