Editoriale de Il Nuovo Calcio n. 356 (Ottobre 2022)
Questa è una riflessione necessaria gettando anche solo uno sguardo al calendario della Serie A e delle manifestazioni europee che coinvolgono sette club italiani. Il quadro generale sicuramente è stato preso in esame già in estate da allenatori e staff, probabilmente è sfuggito a chi predilige non andare troppo in profondità alla questione e preferisce la critica per partito preso. Non voglio certo prendere le difese di tecnici e di preparatori del nostro Paese (che personalmente ritengo tra i più bravi del mondo), ma è innegabile che gli impegni agonistici di un anno anomalo non facilitano una programmazione di sicura efficacia e ottimale.
Infatti dal 14 agosto, primo turno di campionato molto anticipato rispetto al solito, al 13 di novembre, ultima giornata prima della sosta di 54 giorni per il Mondiale, i top club italiani giocheranno 15 gare di campionato, 6 turni di Champions/Europa League più almeno 2 incontri con le Nazionali. Con quasi una gara ogni 3 giorni. E dopo questo tour de force… molti giocatori partiranno per i Mondiali. Se vogliamo entrare più nel dettaglio degli impegni dall’inizio della stagione, queste squadre hanno avuto solo 2 settimane “pulite” (senza un incontro infrasettimanale), di cui una era quella dopo la giornata numero 1.
Il primo pensiero è: come ci si può allenare in modo corretto con una serie di impegni del genere? Il secondo: siamo sicuri che gli atleti riescano a recuperare sempre tra una gara e l’altra, aggiungendo anche trasferte, spostamenti, rientri e quant’altro? Tutto ciò può spiegare cali di prestazione e soprattutto infortuni in sequenza. Insomma, si recupera poco, non ci si allena quasi mai per migliorare la prestazione perché la settimana classica è organizzata quasi unicamente con… “rifiniture” e allenamenti di recupero. Senza dimenticare che scendere in campo ogni 3-4 giorni porta anche una pressione mentale/agonistica da non sottovalutare.
A maggior ragione in una stagione del genere diventava ancora più importante il periodo preparatorio, unico momento in cui ci si poteva allenare veramente. Forse questo era proprio l’anno in cui saltare qualche tournée non era male. Detto questo, non sorprendiamoci di ulteriori infortuni nei prossimi mesi e non colpevolizziamo troppo allenatori e staff che si trovano in una situazione difficile e anomala. Anche perché non si può andare contro la scienza, in particolare la fisiologia, in ambito di allenamento!
Non stupiamoci poi di quanto stanno facendo club meno blasonati, che non partecipano alle Coppe e che hanno la possibilità di organizzare al meglio le sedute settimanali.
Prima di chiudere, un’ultima considerazione: chissà cosa succederà dopo i Mondiali… il 4 gennaio, con – in meno di due mesi – 9 turni di campionato e 2 di Coppa Italia più uno di Champions o 2 di Europa League.
Foto: Italyphotopress.