Gli azzurrini di Nicolato matano il Mali, raggiungendo la semifinale per sfidare l’Ucraina. La apre un’autogol di Koné, segue il rosso diretto a Diakité e il pari di Koita a fine primo tempo. Nella ripresa Pinamonti sistema le cose con una doppietta, poi Frattesi allunga le distanze 4-2. Ciliegina sulla torta allo scadere il rigore neutralizzato da Plizzarri a Koita.
Nicolato non cambia e manda in campo gli stessi 11 che hanno sconfitto la Polonia, con Scamacca-Pinamonti tandem d’attacco. La partita per l’Italia inizia benissimo grazie all’autogol maldestro di Koné al 12’, anche se il Mali non si demoralizza e mette grande pressione agli azzurrini. Tuttavia, l’eccessiva cattiveria agonistica degli africani nel voler riprendere gli avversari si dimostra un’arma a doppio taglio e a metà primo tempo Diakité si becca rosso diretto per entrataccia su Pellegrini. Per tre quarti del match il Mali rimane dunque in 10 contro 11. Ma l’inferiorità numerica non scalfisce minimamente le intenzioni degli africani, che si ostinano ad attaccare, trovando l’1-1 su azione magistrale: colpo di tacco no-look di Koné in favore di S.Koita che controlla e incrocia perfettamente di mancino. La prima frazione termina a seguito di un paio di fiammate per parte, con le chance di Pellegrini e Gabbia, ma anche la grande opportunità per Koné dall’altra, con un super Plizzari a dire di no.
Sipario riaperto e Italia che ritrova il vantaggio grazie al proprio bomber Andrea Pinamonti: l’ex centravanti del Frosinone si avventa su un rimpallo in area e, da posizione defilatissima, trova un angolo pazzesco e buca il portiere 2-1. Gli azzurrini crescono man mano e sfiorano il tris con Pellegrini e Pinamonti ancora, bloccati entrambi dal doppio intervento del portiere. Come visto nella partita contro l’Argentina, il Mali non muore mai e a dieci minuti dalla fine trova il modo di pareggiare i conti: uno scivolone in area del neo entrato Bettella favorisce la fuga di Traoré che appoggia in mezzo e pesca Camara, il quale spinge in rete il 2-2. La parità dura solamente una manciata di secondi perché il portiere maliano sbaglia l’uscita alta e perde la palla, mentre Pinamonti gliela ruba, venendo poi steso in area. Rigore indiscutibile e numero 9 azzurro che è freddissimo nell’infilare il vantaggio sotto all’incrocio, firmando la doppietta personale. Il colpo di testa chirurgico di Frattesi mette in ginocchio il Mali 4-2. Allo scadere del 4’ di recupero la squadra di Kane ha la chance per accorciare le distanze dagli 11 metri, ma un super Plizzari si conferma insuperabile e la chiude qui.
Come cambiano le cose. Basta un poker dell’Italia ai quarti di finale per far sognare ad occhi aperti, quando in molti invece non ci credevano nemmeno ai gironi di qualificazione. Ora più che mai il sogno azzurro è qui, ed è sempre più concreto.