L’Italia fa il suo, vincendo 3-1 col Belgio, ma ora è tempo di calcoli. Il largo successo della Spagna per 5-0 sulla Polonia conferma la Roja al primo posto del girone. Gli “azzurrini” invece non possono più far nulla: largo ai gironi delle avversarie, con la speranza di potersi qualificare come migliore seconda.
Era una partita delicata. Sulle spalle dell’Italia gravava ancora il peso della brutta sconfitta con la Polonia. Ma con un Belgio atterrito e già fuori dagli Europei, solo una brutta prestazione o la mancanza di fiducia avrebbero messo i bastoni tra le ruote agli “azzurrini”.
Di Biagio sorprende, lasciando in panchina Kean e Zaniolo (squalificato): 4-3-1-2 quindi, con Cutrone avanti e l’immancabile Chiesa a sinistra.
L’arbitro dà il via al match e l’Italia cerca di mettere pressione agli avversari, mostrando sprazzi di bel gioco, ma anche problemi riscontrati nella scorsa partita. Al 14’ arriva il primo squillo della formazione nostrana, con Cutrone che riceve, scarica al limite per Chiesa e l’esterno della Viola spara alto. La partita rimane bloccata e intricata, eppure al 44’ Barella riesce a trovare la via del gol: il centrocampista del Cagliari calcia al volo sul primo palo, portiere e difesa belga respingono, ma il secondo tentativo è decisivo e arriva il vantaggio.
Una volta rimosse le preoccupazioni, per l’Italia il secondo tempo si fa in discesa e al 53’ Cutrone arrotonda: cross a rientrare di Pellegrini, difesa avversaria immobile e centravanti del Milan che si stacca e spizza di testa il 2-0.
Con un Belgio così arrendevole e facilmente perforabile è tutto più facile. Poche idee e rare conclusioni verso la porta nostrana, con Schrijvers e Lukebakio che provano a dare fastidio, ma senza successo. Improvvisamente, l’invenzione della serata di Verschaeren al 79’ sembra quasi riaprire la partita, ma gli “azzurrini” hanno tutto sotto controllo e rispondono sullo scadere con un destro imprendibile nel sette di Chiesa.
Arrivati a questo punto, da domani si inizia a tifare per gli altri. Prima Germania-Austria, poi Serbia contro Danimarca; infine la Romania, con differenza reti a +5 che darebbe lo stesso margine anche in caso di sconfitta per 1-0 contro la Francia.