Medicina e alimentazione
Tutto quello che c’è da sapere sull’argomento: la differenza tra la “patologia” e la gluten sensitivity. L’importanza della dieta.
Da diverso tempo si sente parlare con maggiore frequenza di celiachia e di sensibilità al glutine. Alcuni sollevano dubbi sul fatto che si tratti di una moda più che di una patologia. E in realtà, dopo il successo del libro scritto dal campione serbo di tennis Novak Djokovic, che assegna una gran parte dei propri successi proprio alla sua dieta priva di glutine, molti sportivi si sono mossi in questa direzione: chissà mai che le prestazioni possano migliorare anche per noi. Per evitare di fare confusione, dunque, occorre rivedere insieme le basi scientifiche di tutto il discorso.
DI COSA STIAMO PARLANDO
Il glutine è una proteina presente nella cariosside di grano, orzo e segale, che ha il compito di tenere legate le componenti ami- lacee del chicco e che, con diversi nomi e differenti strutture, è pre- sente anche in tutti gli altri semi, in misura maggiore o minore. Vi sono individui che non tolle- rano l’assunzione di glutine, che causa loro un danno grave al- nale”) e produce nel tempo un grave danneggiamento dei villi intestinali, così che l’individuo vede ridotta la capacità di assi- milare nutrienti fino anche al 70-80%. La diagnosi infatti si sospetta quando si vedono bam- bini o ragazzi che, nonostante mangino apparentemente senza restrizioni, si presentano deperiti, pallidi (anemici) o col ventre gonfio (effetto del calo di albu- mina nel sangue). In tal caso, si richiedono tre esami specifici (anticorpi anti-gliadina, anti-en- domisio, anti-transglutaminasi): la positività anche di uno solo depone a favore del sospetto di celiachia. La diagnosi vera e propria si avrà poi solo con una gastroscopia che evidenzi il dan- no sui villi.
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