La rassegna iridata che ci vede trionfare per la quarta volta nella nostra storia. Dalla scomparsa di Best, al primo Mondiale di Cristiano Ronaldo, fino alle sfide epiche con Germania e Francia.
I verdeoro sono “pentacampeones” e il fenomeno è sul tetto del mondo. Mentre i sudamericani festeggiano, io lascio il campo in mano a quel direttore di gara senza capelli che ha restituito credibilità alla sua categoria dopo alcuni fatti poco chiari. Questa edizione della Coppa del Mondo non è stata esaltante, ma la mia popolarità ha allargato gli orizzonti. Si parte verso la nuova destinazione che mi porterà tra quattro anni a casa dei bianchi teutonici sconfitti nella finale.
Il mondo
Il pianeta deve fare i conti con la minaccia del terrorismo, che ha raggiunto livelli di pericolosità mai visti: colpisce senza senso e indiscriminatamente. Nessuno si può sentire al sicuro. Dicono che questa nuova rete mondiale di comunicazione gli permetta di nascondersi, comunicare e arruolare nuovi combattenti. Tutto ciò per me è incomprensibile. Questa situazione scatena alcuni conflitti militari con l’intento di colpire la sede del terrore ma, a parte la cattura di alcuni esponenti di spicco, i risultati sono modesti. In un pianeta in cui l’uomo pare abbia la certezza di controllare tutto, la natura si scatena e fa sentire la sua forza. Un uragano devasta il sud del grande potente e un catastrofico terremoto sottomarino provoca un’onda gigantesca che si abbatte a oltre 400 chilometri orari sulle coste dei Paesi affacciati sull’Oceano Indiano, provocando una devastazione di proporzioni epocali, con centinaia di migliaia di vittime. Ci lascia il Santo Padre, protagonista di un mondo che cambiava. L’uomo prosegue nella sua conquista dello spazio e alcune sonde atterrano su pianeti lontanissimi. Volano in cielo aerei sempre più grandi e nasce un social che, dicono, conquisterà il mondo. Il più grande produttore di quei pezzi di carta che gli umani fumano viene riconosciuto colpevole di aver provocato malattie ai consumatori e condannato al risarcimento alle famiglie delle vittime.
Il primo giorno di scuola
È il primo giorno di scuola e mi trovo nella palestra dove farò divertire gli studenti per tutto l’anno. Questo per me è sempre un giorno speciale, dopo un’estate passata da solo avvolto dal silenzio, ritrovo vecchi amici e ne conoscerò di nuovi. Si sta svolgendo la cerimonia di inaugurazione ed è usanza che i bambini del primo anno donino un fiore a quelli che iniziano l’ultimo. Il silenzio viene interrotto da spari e urla… ma che succede? Poco dopo una folla disordinata e spaventata di ragazzini, insegnanti e genitori spalanca le porte della palestra e corre dentro al riparo. Alle loro spalle ci sono alcuni “tipi” con il volto coperto e altri con la barba folta, che indossano la tuta da combattimento e hanno le armi in pugno. Il terrore si impadronisce della palestra fino a quel momento luogo di gioco e divertimento. Gli studenti piangono, i genitori e gli insegnanti provano a tranquillizzarli, ma anche loro sono spaventati e in preda alla paura. Sono tutti accalcati, manca l’aria e fa un caldo terribile. È una situazione orribile, disumana, assisto impotente a scene che non potrò mai dimenticare e mi domando: ma perché una scuola? Che colpa hanno i bambini? Non esiste una sola motivazione per giustificare questa follia! Passano due giorni interminabili, sento uno scoppio terribile, crolla il muro della parete e si scatena l’inferno. Spari, esplosioni, fiamme, urla e poi di nuovo silenzio. Sembra tutto finito, si diradano fumo e polvere, ciò che vedo è apocalittico, oltre ogni immaginazione. La scuola riaprirà, bambini, genitori e insegnanti torneranno, io rivivrò le mie lunghe estati solo nel silenzio, ma non sarà mai più come prima. Sono centinaia le vittime innocenti di questo tragico evento che verrà ricordato come La strage degli Angeli.
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