Chi è stato bambino negli anni ’80 e anche prima non può averlo dimenticato: si giocava per strada, nei cortili, nei parchi e il pallone, per un tiro improbabile, finiva oltre la recinzione di quella signora che… amava tanto i suoi fiori, non il calcio. E via… un taglio netto al nostro caro amico di giochi.
Perché questo ricordo? Perché probabilmente noi adulti ci stiamo comportando proprio come lei… stiamo tagliando, bucando, strappando la palla che tanto amavamo e che amano anche i piccoli dei nostri giorni. Ci stiamo mettendo d’impegno e la notizia del derby (????) dei Pulcini tra Juve e Toro è solo una delle tante (ahimè) che si possono trovare sui giornali.
Questa ha fatto scalpore per la denuncia, per le due società “dei genitori” (perché i bambini non c’entrano) e per il razzismo (ma questo è un altro problema). Forse è il caso di fermarci a riflettere. A riflettere anche sui comportamenti in panchina di noi allenatori, su quelli in tribuna, su quelli dei dirigenti, delle società perché la tensione per una gara di bimbi ormai è portata a un livello tale che quanto accaduto è la logica conseguenza. Conseguenza della cultura della vittoria con qualsiasi mezzo. Se questa vittoria, poi, non arriva (beh… c’è anche un avversario che può essere più bravo) allora la colpa ricade sui mister, sulle società, sui giocatori avversari “fuori età”. E questo desiderio di far primeggiare i figli ormai va oltre tutto e tutti. Oltre anche a dei bambini che vorrebbero solo… giocare.