Il primo articolo di una nuova rubrica dedicata ai trofei e alle manifestazioni calcistiche più prestigiose, tra storia e attualità. Non possiamo che partire da uno dei premi più iconici: il Pallone d’Oro.
Tra poco meno di un mese, il 28 ottobre, nel prestigioso Théâtre du Châtelet di Parigi si terrà la cerimonia di premiazione del Pallone d’Oro. È sicuramente il premio individuale più ambito dai calciatori di tutto il mondo, quello che tutti sognano e che per la prima volta sarà organizzato dalla UEFA insieme al Groupe Amaury, proprietario di France Football e L’Équipe, due tra i giornali sportivi più famosi del mondo. Già nello scorso numero di questa rivista Carlo Pizzigoni ha “votato” per Rodri articolando le motivazioni della scelta, ora approfondiamo i segreti di questo trofeo attraverso il primo articolo di questa nuovissima rubrica.
Da Hanot a oggi
In buona parte del calcio europeo per come lo conosciamo oggi c’è lo zampino del francese Gabriel Hanot. Difensore all’inizio del Novecento (ha vestito la maglia della nazionale francese per 12 volte, tra il 1908 e il 1919, segnando 3 reti), ha giocato sia in patria sia in Germania. Terminata la carriera da calciatore ha intrapreso quella di giornalista e allenatore, rivestendo contemporaneamente entrambi gli incarichi, lavorando per prestigiosi giornali come L’Équipe e France Football mentre era CT della Francia. Anche a partire dalle idee, spesso diffuse nei suoi scritti, sono nate competizioni come la Coppa dei Campioni, ma questa è un’altra storia (la tratteremo in un prossimo appuntamento della rubrica), e il Pallone d’Oro.
Nel 1956, a partire dalla sua intuizione, supportata dai colleghi Jacques Ferran, Jacques Goddet, Jacques de Ryswick, la rivista francese France Football inventò il Pallone d’Oro. L’obiettivo? Eleggere il miglior giocatore europeo dell’anno solare grazie a una giuria di giornalisti. La scelta allora ricadde su Stanley Matthews, ala destra del Blackpool, che batté la concorrenza di Alfredo Di Stefano. Per una strana coincidenza il primo vincitore del premio è, ancora oggi, il più vecchio di sempre. All’epoca aveva 41 anni, un esempio di longevità calcistica straordinaria.
Longevità che caratterizza anche il protagonista di questo articolo. Nel corso della sua storia, infatti, ha “sconfitto” illustri avversari come il FIFA World Player of the Year, nato nel 1991 proprio con lo scopo di “sostituirlo”. In quel caso i votanti erano i CT e i capitani di ciascuna nazionale affiliata alla FIFA. Dal 2010 al 2016 i due premi sono confluiti in un unico riconoscimento con un voto che univa le due modalità, come intuibile già dal nome: Pallone d’Oro FIFA. Finito l’accordo però, le strade si sono separate e ancora oggi il premio di France Football gode di un’aura speciale.
I cambi di regolamento
Nel corso del tempo ci sono state alcune modifiche, poche per la verità, che non hanno mutato lo spirito originario. Nel 1995 si è aperto il premio ai giocatori provenienti da tutto il mondo che militavano in un campionato europeo. Ecco spiegato perché giocatori come Pelè e Maradona non hanno mai vinto il prestigioso riconoscimento mentre erano in attività; per rimediare a questa mancanza entrambi sono stati premiati con uno riconoscimento dedicato alla carriera. Dal 2007 è caduto anche il vincolo geografico: ora possono vincerlo tutti calciatori di qualsiasi nazionalità, militanti in qualsiasi campionato del mondo.
Alle liste di candidati proposte dai giornalisti di France Football e L’Équipe, si aggiungono quelle di Drogba, (oggi ambasciatore del Pallone d’Oro) e degli elettori che nell’edizione precedente si sono dimostrati più competenti ma che si trovano fuori dalla lista degli aventi diritto. Dai 16 elettori originari si è passati al massimo del 2021 quando i giurati furono 170. Oggi i votanti sono i rappresentanti dei primi 100 Paesi del ranking FIFA, 50 per il premio femminile. Per l’Italia, dal 2010 è Paolo Condò a esprimere le proprie preferenze. Dalla scorsa edizione è cambiato il periodo preso in esame: dall’anno solare si è passati alla stagione calcistica.
Le votazioni
Ogni elettore esprime 5 preferenze, ordinate in modo decrescente, a cui sono assegnati rispettivamente 5, 4, 3, 2 e 1 punti. Dal 1995 possono essere votati solo i calciatori che rientrano nei 30 candidati finali. I criteri originari non sono stati stravolti, ma da regolamento dal 2023 la prestazione individuale ha assunto più importanza rispetto al passato.
Questi gli aspetti che i giurati devono valutare:
- prestazioni collettive e individuali;
- classe del giocatore (talento e fair play);
- carriera;
- personalità e influenza.
Il trofeo “fisico”
Il Pallone d’Oro, contrariamente a quanto si può immaginare, non è fatto interamente d’oro. La base sono due semisfere di ottone saldate, poi lavorate e ricoperte d’oro per ottenere il classico disegno del pallone. La sfera è quindi unita alla base di pirite attraverso un perno, mentre l’ultimo dettaglio a essere completato è l’incisione del nome del vincitore. È realizzato dall’oreficeria parigina Mellerio, che tra le altre cose prepara il trofeo del Roland Garros. Per realizzare il riconoscimento individuale più desiderato dai calciatori occorrono oltre 100 ore di lavoro. Il suo valore? “Solo” 13mila euro, viste anche le ridotte dimensioni (31 centimetri di altezza e 23 sia di larghezza sia di profondità, per un peso di circa 12 chili), ma siamo sicuri che in questo caso i soldi non sono tutto.
I record
Messi è il calciatore più vincente della storia con ben per ben 8 successi, l’ultimo nel 2023. L’argentino detiene anche il record di vittorie consecutive (4) mentre il suo più grande rivale, Cristiano Ronaldo, quello di nomination (18). Del vincitore più anziano abbiamo già parlato, mentre il più giovane è stato il 21enne Ronaldo il Fenomeno nel 1997. L’unico portiere in grado di trionfare è stato Lev Yashin, estremo difensore sovietico della Dinamo Mosca. Il liberiano Weah è stato il primo giocatore non europeo a conquistare il premio, ancora oggi l’unico africano.
Altri premi
Nella stessa serata di gala si assegneranno anche altri riconoscimenti. Nel 2018 è nato il Pallone d’Oro femminile, conquistato dalla norvegese Ada Hegerberg. In quella stessa stagione è stato istituito il Trofeo Kopa, riservato al miglior U21, che ha incoronato un giovane Mbappé. L’anno successivo è stato creato il riconoscimento riservato al miglior portiere del mondo, il Trofeo Yashin. Il recente ingresso della UEFA nell’organizzazione ha portato a due nuovi riconoscimenti, quelli dedicati ai migliori allenatori in ambito maschile e femminile. Tra i candidati per la prima edizione ci sono due italiani: Gasperini e Ancelotti.
Gli italiani
Nel corso degli anni sono stati 4 gli italiani in grado di vincere il prestigioso riconoscimento: Gianni Rivera(1969), Paolo Rossi(1982), Roberto Baggio (1993)e Fabio Cannavaro che nel 2006 è stato l’ultimo difensore a vincere. A loro si aggiunge l’oriundo Omar Sivori nel 1961. Nel 2021 Donnarumma è stato il primo Azzurro a conquistare il Trofeo Yashin.
L’edizione 2024
Sarà sicuramente la fine dell’era Messi-Ronaldo, dal 2005 ad oggi almeno uno dei due è sempre stato tra i finalisti. Nessun italiano può vincere il titolo, ma sono 5 i giocatori che militano nel nostro campionato: Lautaro Martinez, Çalhanoğlu e Lookman, oltre ai nuovi acquisti della Roma Dovbyk e Hummels. Secondo i bookmaker il podio sarà formato da Vinícius Jr e Rodri che lotteranno per il gradino più alto del podio, più staccato Bellingham. Buone notizie arrivano dal femminile, dove per la prima volta c’è una candidata italiana: Manuela Giuliano, centrocampista e capitana della Roma. In questo caso invece è possibile la riconferma di Bonmatí, insidiata dalla compagna al Barcellona Hansen con cui ha vinto tutti i trofei a cui hanno partecipato, e Diani dell’Olympique Lione. Il favorito per la vittoria del Kopa? Il giovanissimo Lamine Yamal che alla prima stagione con i grandi ha già dimostrato il suo talento cristallino.
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