PASQUALE MARINO E IL VICENZA

PASQUALE MARINO E IL VICENZA

4-3-3 è la parola d’ordine. L’arrivo in corsa in una situazione di classifica problematica, una striscia vincente di risultati e i primi posti della graduatoria conquistati con un bel calcio e tanta intensità. Le soluzioni tattiche principali, lo staff e la parte fisica.

Il 30 ottobre 2014, un giovedì, è la data da annotare con il famoso cerchiolino rosso. Il miracolo calcistico inizia qui: poche ore prima il Vicenza era stato sconfitto in casa dal Modena (doppietta di Granoche) e la dirigenza a malincuore si vedeva costretta a cambiare. A malincuore, perché in panchina c’era un ex giocatore amatissimo come Giovanni Lopez, uno dei protagonisti della vittoria in Coppa Italia con Guidolin in panchina. Altri tempi, però…
Undici partite, la classifica, terz’ultimo posto, non faceva presagire nulla di buono e serviva una scossa che potesse cambiare le cose. Non era un’impresa facile e questo lo sapevano anche i dirigenti, costretti a fare campagna acquisti a stagione in corso, visto il ripescaggio avvenuto poco prima del via del torneo. La chiamata a Pasquale Marino, il “sì” dell’allenatore, l’arrivo in città con lo staff e il primo allenamento. All’orizzonte, un giorno e mezzo dopo, la partita con il Carpi, già primo in classifica, con 21 gol segnati, mentre il Vicenza di reti ne aveva realizzate solo 7.
Marino disse: “A Carpi si va con il sistema di gioco utilizzato fino a ora, cioè con la difesa a 3, cinque centrocampisti e due punte, poi si cambierà”.

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