Germania Ovest, 1974: il Mondiale tedesco e la nascita di un mito, quello degli orange guidati da Johan Cruijff. Ma non sempre vincono i più forti.
È stato un torneo fantastico e i verdeoro sono nella leggenda, la Coppa sarà loro per sempre. Questo è ciò che è accaduto in Messico. Il mio viaggio, ora, riprende verso il paese europeo diviso dal muro. Pensavo che quello più grandioso e noto fosse a Oriente, lungo più di 8.000 chilometri, che ha richiesto oltre 1.700 anni per essere costruito. Purtroppo, in questo periodo, lo è di più quello iniziato poco più di 10 anni fa, nella nazione che ospiterà la Coppa. Il comandante è alla ricerca di un nuovo trofeo, la mia vecchia amica Rimet è stata assegnata definitivamente al tre volte vincitore, ma sono sicuro che la prossima sarà altrettanto ambita e nessuno la conquisterà per sempre.
IL MONDO
Il movimento socio-culturale che ha attraversato il mondo negli ultimi anni prosegue tra creatività, trasgressione, rivendicazione di diritti umani e proteste contro i conflitti in corso. I due potenti che dominano continuano il loro duello freddo, ma la visita del potente a stelle e strisce a casa del gigante asiatico per discutere su come migliorare le relazioni e l’accordo firmato tra le superpotenze per ridurre le armi, fanno intravvedere timidi segnali di distensione. L’atmosfera è più rilassata, anche se arrivano notizie terribili da quella stupenda manifestazione dove il mondo compete lealmente in tante discipline. La gara a conquistare l’universo, invece, rallenta la sua corsa: sembra che gli uomini preferiscano occuparsi delle vicende terrene, anziché puntare alle stelle. Peccato, avrei trovato amici da far giocare anche sulla Luna!
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