Il Mondiale del 1966 si disputò in Inghilterra. La sua storia, la storia di ciò che stava accadendo nel mondo e uno dei primi… gol-non gol.
I verdeoro, guidati dall’angelo dalle gambe storte, hanno trionfato per la seconda volta consecutiva. Il mondo è ai piedi del gigante sudamericano: nonostante il re infortunato, hanno dominato e sono ancora i più forti del mondo. Non è stato un torneo spettacolare, ma lascio il mondo alla fine del mondo con malinconia e un velo di tristezza, caratteristico dei luoghi che guardano a ovest e possono vedere tramontare il sole fino all’ultimo raggio. Durante la Coppa ho avuto modo di conoscere e apprezzare questo popolo fiero e silenzioso a cui pochi davano credito. Mi rimetto di nuovo in cammino verso la prossima destinazione, l’isola delle mie origini, i miei genitori festeggiano i miei primi 100 anni ospitando il Mondiale.
È STORIA!
Il mio viaggio di avvicinamento al torneo è ricco di eventi che coinvolgono il mondo intero. Il rapporto tra le due superpotenze raggiunge livelli di tensione preoccupanti. Si rivive l’incubo di un nuovo conflitto mondiale, con la consapevolezza che in questo caso è in pericolo l’esistenza dell’intero pianeta. Una superpotenza sta installando in segreto basi missilistiche su una stupenda isola a poche centinaia di miglia di distanza dall’altra. Vengono scoperti! Il mondo è con il fiato sospeso, inizia un estenuante braccio di ferro. Devono essere rimosse le basi, altrimenti la guerra sarà inevitabile. Per fortuna prevale il buon senso e i missili vengono tolti. Alcuni amici mi dicono che i capi delle superpotenze hanno installato due telefoni identici di colore rosso, così potranno parlare tra loro grazie a una linea diretta prima di arrivare all’uso della “forza”. Pare inizi una nuova fase di distensione, ma coloro che furono determinanti a evitare il conflitto escono presto di scena. Il capo della superpotenza occidentale, mentre viaggiava nel suo Paese a bordo di un’auto scoperta, viene colpito a morte da un cecchino. L’altro capo viene costretto alle dimissioni da uomini di potere della sua nazione perché troppo disponibile a evitare il conflitto. Inizia poi una nuova guerra in estremo oriente che coinvolge direttamente la superpotenza occidentale.
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