Wiel Coerver… un po’ di storia
Calciatore e allenatore olandese, di ruolo difensore, inventore del metodo Coerver, venne soprannominato l’Albert Einstein del calcio per via delle sue idee rivoluzionarie in materia di insegnamento calcistico. Coerver era uomo di grande ingegno, tramandare il proprio sapere diventò per lui qualcosa che nel tempo andò oltre la passione. Fu a metà degli anni ‘80 che Wiel e i suoi esercizi si affacciarono alle finestre del bel paese… grazie a un’iniziativa pubblicitaria di un noto marchio di elettrodomestici, che legava all’acquisto dei propri prodotti tre VHS sul metodo Coerver.
L’Italia dell’epoca non era certo una scuola indirizzata a quel tipo di trattamento di palla, altre esercitazioni ci connotavano sul modo di educare i piedi dei piccoli calciatori. Il calcio, soprattutto quello di provincia, come ogni movimento volto alla sopravvivenza, volgeva il suo sguardo con una certa diffidenza verso metodi forestieri; così, cercando di conservare fin troppo le proprie radici, il progresso metodologico nostrano avanzava con passo lento tra i campi dello stivale; per apprezzare interamente nuovi metodi e tecniche di allenamento avremmo dovuto aspettare ancora qualche decennio, grazie alla rivoluzione portata dalla globalizzazione e da internet.
La base di partenza
Come scritto, grazie a internet oggi basta digitare su un qualsiasi motore di ricerca la parola ball mastery e ogni allenatore potrà constatare attraverso decine e decine di filmati in cosa consistono le esercitazioni sul dominio palla. Ci limiteremo solamente a sottolineare che, all’inizio, la base di partenza che costituisce il trattamento della palla si riconduce a sensibilizzare in particolar modo tre macro-superfici del piede: l’interno piede, il collo del piede e la pianta. Dopo aver acquisito una certa dimestichezza con gli esercizi
e con il progredire dei successi, si potranno inserire giochi che prevedranno la scoperta di altre superfici del piede quali ad esempio l’esterno collo, il tacco interno e porzioni specifiche delle diverse macro-aree del piede. Ma ogni passo va affrontato attraverso un paziente e costante processo di apprendimento.
Di seguito alcune “schegge” sparse per acquisire familiarità col pallone:
- con la pianta del piede far rotolare il pallone posto di fronte al proprio corpo in avanti e indietro (rullata come da figura 1);
- colpire alternativamente il pallone con l’interno del piede destro e sinistro, facendolo scorrere orizzontalmente davanti al proprio corpo (interno-interno) come da figura 2;
- colpire alternativamente il pallone con il collo del piede e riprenderlo con la pianta dello stesso (pianta-collo);
- far rotolare la palla da una parte all’altra al di sotto del proprio corpo con l’esterno del piede e poi con l’interno dello stesso piede (esterno-interno).
Progressivamente le esercitazioni passeranno dal facile al difficile, dal semplice al complesso, portando i bambini a sensibilizzare gradualmente ogni parte di entrambi i piedi. Con palla ferma, in movimento lungo un tragitto e infine liberi nello spazio con ostacoli in movimento (compagni). Nelle figure 3 e 4 alcuni esempi per sensibilizzare diverse superfici del piede, difficilmente allenabili senza esercitazioni specifiche sul trattamento di palla.
Foto: Italyphotopress.