Il movimento
Il concetto principe di questa categoria, da perseguire in tutte le sue forme, è legato allo spostamento. Nostro compito è quello di trasmettere il principio di mobilità, in quanto la natura stessa del gioco lo richiede. Su questo punto bisogna insistere, continuando a incoraggiare il movimento dei nostri ragazzi, sia in fase di possesso sia di non possesso, senza limitare o scoraggiare la loro intraprendenza e vitalità in tal senso ai fini del risultato. Ricordiamoci di incentivare sempre la fantasia e non mortificare il coraggio.
Conviene usare pochi concetti, ma che siano chiari e condivisi, come appunto quello di giocare la palla per poi muoversi, di guidare per guadagnare campo quando c’è possibilità, così come togliere spazio a chi attacca quando non siamo in possesso. O ancora di sostenere princìpi semplici, ma efficaci come “Posso ricevere se mi vedono” e di conseguenza “Se non mi vedono, devo spostarmi”. Questi sono solo esempi di concetti su cui poi costruire e sviluppare i fattori tattici di cui si parlava in precedenza. La condivisione della visione dell’attività da parte dei ragazzi è fondamentale poiché non fa perdere l’entusiasmo.
La pratica
Possiamo dare sfogo alla nostra creatività proponendo situazioni che vanno dall’1>1 (frontale, laterale, di spalle) fino ad arrivare al 3>3 e alle situazioni di gioco in inferiorità/superiorità numerica. Il tutto passando dai giochi di linea con compiti di reparto (sovrapposizioni, dai e vai, triangolazioni…) a quelli con jolly o zone franche. Le partite a numero ridotto, ad esempio, sono ottime soluzioni per sperimentare situazioni tattiche di base, sia individuali sia collettive.
Personalmente prediligo l’uso di situazioni che nascono da un 1 contro il portiere e che prevedono il progressivo ingresso di un giocatore alla volta nella stessa proposta (alla conclusione di ogni azione), trasformandosi in un 2>2 oppure a volte in un 3>3 con continui cambi di possesso. Questo perché un aspetto importante del gioco è dato dal passaggio dalla fase di possesso a quella di non possesso in modo repentino e imprevedibile e perché la situazione del 2>2 è la forma di collaborazione base per lo sviluppo e la risoluzione di qualsiasi compito tattico o di collaborazione.
È essenziale poi scegliere situazioni e problemi tattici da risolvere attraverso la sperimentazione, i tentativi, la scoperta e gli errori, senza dare noi stessi soluzioni tattiche predefinite: questo è l’unico modo per far crescere i ragazzi con un ampio bagaglio di competenze calcistiche e non con sole abilità tecniche. Infatti quest’ultime servono per risolvere compiti tattici.
I fattori fisico-motori e psicologici
Due concetti “svelti”, da campo: in primo luogo, l’obiettivo fisico è collegato al miglioramento coordinativo e condizionale. In questa fascia di età si favorisce lo sviluppo delle capacità di resistenza e il miglioramento della forza veloce e della rapidità. Puntiamo, inoltre, al mantenimento e al consolidamento della mobilità articolare. Il fattore fisico non deve avere una programmazione specifica come per gli adulti, l’importante è che l’allenamento sia pensato per avere un buon ritmo e le giuste pause durante le esercitazioni. E soprattutto la seduta non può risultare monotona, ripetitiva e annoiante. Così facendo i ragazzi saranno sempre intrinsecamente stimolati a dare il massimo in quello che fanno. Dal punto di vista psicologico l’importante è non perdere mai di vista il fattore chiave per una corretta attività con i Pulcini: sono bambini! Vengono al campo per divertirsi!
Autore: Vito Garzione.
Foto: Michele Tusino.